Torino: Sacro e Profano. Tra Sindone e Valentino

Giorno 2 (24 Maggio 2015)

Oggi è il giorno dedicato alla Sindone, il motivo che ci ha portato a Torino. Lasciamo i bagagli in hotel con l’idea di tornare a riprenderli nel primo pomeriggio e ci avviamo verso il vicinissimo Duomo, dove avviene l’ostensione. Non so cosa aspettarmi. Sono sincera, avevo prenotato questa visita quasi esclusivamente per accompagnare mia madre e la sto affrontando semplicemente con l’idea di vedere qualcosa di unico al mondo. Non sono una persona fortemente religiosa, o meglio, lo sono un po’ a modo mio, forse come tutti in realtà. Ho un rapporto a tratti particolare con la Chiesa. Ma credo tantissimo. Ci sono stati momenti della mia vita durante i quali questo mio strano rapporto mi ha aiutato a sopravvivere. Non so se ce l’avrei fatta ugualmente senza. Ma non sto qui ad annoiarvi o ad intristirvi con i miei pensieri, anche perchè non credo che basterebbe un solo post!
Insomma, io e Corrado ci mettiamo in fila per entrare, poca in reatà, perchè è ancora presto e non si è quindi formato nessun accumulo di gente da orari precedenti. Ottima scelta, quella dell’orario mattutino. In pochi minuti percorriamo il tratto di strada che ci conduce ai controlli (stile aeroporto) ed anche questi sono rapidissimi. Il corridoio che porta fino all’entrata della chiesa è completamente al coperto (così non si hanno problemi con troppo sole o pioggia) ed è fornito di panchine per chi fosse un po’ stanco (data l’età media delle persone che incrociamo, direi che anche questa è una ottima idea!). Noi ci fermiamo ad osservare dalle aperture laterali il giardino che stiamo attraversando e chiacchieriamo anche un po’ con la guardia, sulla bellezza delle statue che intravediamo.

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Arriviamo alla prima sala dove si entra in piccoli gruppi. Ci accoglie un filmato di circa 5 minuti con una spiegazione di quello che stiamo per vedere ed i dettagli delle varie parti del corpo. Inizio a percepire una forte emozione crescere dentro me. Forse, dire solo che sto per vedere qualcosa di unico al mondo, è riduttivo. Guardo le immagini scorrere sul video e ne sono completamente rapita. Esce qualche lacrima. Ma è solo un video. Mi ripeto, da credente scettica quale sono, che in un video è facile “ricalcare” i tratti per farti vedere quello che vogliono.
E poi succede. Dopo qualche minuto ci fanno entrare nella chiesa. Qui c’è una teca posta in verticale dove è contenuta la Sindone. Ed io sono li, proprio in prima fila, che la guardo, Mi si riempie il cuore di calore. Intorno è come se non avessi più nessuno. Inizio a piangere e non riesco a smettere di fissare quell’immagine. Si vede tutto benissimo. Talmente tanto da riuscire ad immaginare le sofferenze di Cristo. Le ferite alle mani e ai piedi, coi chiodi conficcati dentro, la corona di spine, le percussioni. Tutto. Ogni singola goccia di dolore e di sangue. In sottofondo una signora legge un passo del Vangelo, quello da cui tra spunto il sottotitolo dell’Ostensione: l’Amore più grande. I minuti scorrono veloci. Dobbiamo cedere al posto a chi, dopo di noi, vuole ammirare la SIndone. La Chiesa buia intorno sembra bellissima, spero di rivederla in un momento in cui è illuminata, quando la Sindone sarà nuovamente conservata per future ostensioni. E sono sincera. Spero anche di rivedere proprio la Sindone. Esco dal Duomo con una carica addosso fortissima. Telefono immediatamente a mia madre e provo a raccontarle le emozioni vissute. Ma non credo di esserci riuscita, come non credo di averlo fatto bene neanche con queste parole. Penso sia qualcosa che vada vissuta, ed è sicuramente una emozione fortemente personale e soggettiva.
Molti probabilemte non mi crederanno, anche tra chi ha avuto modo di vederla, non tutti provano la stessa cosa. Lo capisco e lo rispetto. Una cosa oggettiva però c’è. La Chiesa, per una volta, non ne fa oggetto di lucro. La visita è totalmente gratuita e non ci sono intorno mille bancarelle con improbabili souvenir!
Diversa è la città, che invece ne è piena!
Peccato solo che parte del lenzuolo abbia segni palesi dell’incendio che colpì la Cappella dove era conservata, raccolta simmetricamente come i segni stessi dimostrano.
Felice dell’esperienza appena fatta, ci avviamo verso un bar dove fare colazione. Oggi a Torino splende un sole magnifico, che rende la città ancora più bella. Ci colpisce il silenzio e la calma che regnano ovunque; noi abituati al continuo caos di Roma, notiamo spesso come esistano tante città decisamente più vivibili (anche se io amo Roma e lo sapete 😉 ).

IMG_5723_602x401 IMG_5727_602x401 Abbiamo solo la mattina da dedicare ancora alla nostra visita e data la bella giornata, cosa c’è di meglio di una passeggiata lungo il Po, con giro in battello fino al Parco del Valentino? So di essere di parte, vi avrò ripetuto mille volte che adoro l’acqua e la sensazione che mi da vedere una città dal corso del fiume che l’attraversa! Torino non fa eccezione. Il giro in battello è splendido e ci conduce fino al Borgo Medioevale proprio al centro del parco. Il Borgo è una perfetta ricostruzione di vita nel medioevo, con torri, palazzi, negozietti e affreschi. Anche se è palesemente finto, ci si trascorre piacevolmente una mezz’oretta. Ci fermiamo giusto un attimo a bere una rinfrescantissima acqua e menta, con un biscotto burroso di quelli come solo a Torino sanno fare. Continuiamo a passeggiare nel Parco, uscendo dal borgo, fino a che una vista ed una idea fulminano Corrado: i Risciò! Lo prendiamo per una mezz’ora? Eh si. Lo prendiamo. Ricordo quando da bambina ci portava mio padre con i miei cuginetti. Ricordo che non pedalavo io. E ora capisco anche il perchè! E’ faticosissimo!!! E anche in questo caso un pochetto ho imbrogliato, lasciando un bel po’ di fatica a chi ha avuto questa fantastica idea!!! 😀
In realtà il giro è molto divertente…arriviamo fino al Palazzo del Valentino, il quarto dei palazzi Torinesi patrimonio dell’Unesco (gli altri 3 li abbiamo visti ieri), probabilmente il più bello, almeno visto da fuori.

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Lasciamo il risciò e torniamo verso la Mole, che col sole è ancora più bella ed imponente di ieri. Pranziamo li accanto da La Buta Stupa e satolli e soddisfatti andiamo a riprendere il bagaglio per poi dirigerci verso Porta Nuova da dove parte un bus che in 50 minuti ci accompagna all’aeroporto. Anche il viaggio di ritorno fila liscio, ma se devo fare un appunto, avendo fatto andata e ritorno con mezzi differenti, devo ammettere che ho preferito il treno. Meno scombussolamenti e più comodità. Anche se ci mette circa 4 ore, in realtà ti porta da centro città a centro città e non ti costringe a sottostare anche ad orari di bus e a prevedere eventuale traffico. Che poi alla fin fine, anche con l’aereo, considerando tutti gli spostamenti, sempre 4 ore ci si impiega.

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Le nostre 28 ore a Torino finiscono troppo velocemente. La città ci è piaciuta molto, e sicuramente meriterebbe una visita più approfondita. In particolare mi piacerebbe vedere la Reggia di Venaria e la Palazzina di Caccia di Stupinigi, oltre che il Museo Egizio appena ristrutturato e la Basilica di Superga. Insomma, le cose da fare/vedere sono tante, ed il tempo purtroppo è spesso tiranno…quanta saggezza, eh 🙂
Torino aspettaci…noi ritorneremo…

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 – ritorna all’itinerario con i link alle varie tappe del viaggio 

 

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3 commenti

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