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Russia, la terra degli Zar

Fin da quando ero piccolo, ho sempre guardato con grande fascino il mappamondo: mi è sempre sembrato incredibile che il mondo, così grande, potesse essere racchiuso in una semplice palla, ed ogni volta che guardavo questa palla, c’erano due zone che mi colpivano per la loro grandezza: una era l’America del Nord anche perché, al tempo, ancora non distinguevo gli Stati Uniti dal Canada e mi sembravano insieme un’enorme nazione, e l’altra invece era la Russia, perché si estendeva praticamente su metà del mappamondo, dall’Europa alla Cina che vedevo così lontana.

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Ci ho messo un po’ di tempo prima di visitare la Russia (mentre gli USA hanno esercitato il loro fascino più volte ed in età più precoce). Pianificare un viaggio li, infatti, senza il supporto di un tour operator, non è esattamente l’esperienza più semplice ed esaltante e potrebbe scoraggiare perfino i viaggiatori avvezzi a programmare e prenotare in autonomia. La vastità del territorio, il clima, la lingua e gli adempimenti burocratici da svolgere per ottenere il tanto agognato visto turistico suggerirebbero quasi di optare per altre mete vicine; tuttavia, la ricompensa, una volta li, è notevole.

San Pietroburgo

Per i voli ci sono diverse soluzioni, sia dirette che con scali europei. Il nostro volo (Lufthansa) ha fatto uno breve scalo di un’ora in Germania e ci ha portati direttamente a San Pietroburgo.

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La città, fondata dallo Zar Pietro il Grande, sorge sul delta del fiume Neva ed è interamente attraversata da canali (tant’è che insieme a città come Amsterdam e Bruges si contende l’appellativo di “Venezia del Nord”): un giro in battello è la soluzione ideale per godersi lo spettacolo della città dall’acqua. In molti punti della prospettiva Nevskij –arteria principale della città-  vi verrà offerta la possibilità di fare un tour in battello, al costo di 600 rubli.

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Oltre ad affascinare per i suoi numerosi canali, San Pietroburgo è una città estremamente ricca dal punto di visto architettonico e culturale: palazzi, residenze imperiali e chiese le donano un’atmosfera unica, quasi magica all’imbrunire, quando si accendono le luci della notte. Il centro storico è piuttosto esteso e, per impiegare al meglio il tempo a nostra disposizione, abbiamo deciso di rivolgerci ad una guida locale (la bravissima Jana), che ci ha accompagnati nel nostro giro della città. Dalla Prospettiva Nevskij si scorge la celebre chiesa del Salvatore sul Sangue Versato il cui retro si affaccia sul canale Gribaedova; colpisce subito per le sue coloratissime cupole a cipolla e l’interno della chiesa è interamente ricoperto di mosaici.

A dominare la città è la maestosa cattedrale di Sant’Isacco con la sua cupola dorata di 21,8 m di diametro; oltre ad essere l’edificio sacro più imponente di San Pietroburgo è uno dei più grandi al mondo con il tetto a cupola.

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Meno conosciuta, ma non per questo meno bella è la Chiesa della Dormizione e noi l’abbiamo scoperta grazie a Jana; le cupole dorate sovrastano una struttura sobria, l’interno però è una sorpresa che lascia stupefatti: la quantità di oro utilizzata per le decorazioni ed i rivestimenti è, senza alcuna esagerazione, abbagliante.

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Una tappa d’obbligo, però, è l’Hermitage. Perfino i non appassionati di musei finiscono per amarlo. Non è solo uno dei musei più grandi al mondo, ma le sale dei palazzi che formano il complesso architettonico dell’Hermitage sono già di per sé una vera bellezza, primo tra tutti il Palazzo d’Inverno. Caravaggio, Canova, Casanova, Leonardo da Vinci, Jacques-Louis David, Tiziano, Velázquez sono solo alcuni degli artisti le cui opere sono esposte e vi terranno con gli occhi incollati per ore…

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L’Hermitage occupa anche una parte del Palazzo dello Stato Maggiore (che si trova di fronte al Palazzo d’Inverno): l’interno non è sfarzoso come quello del complesso principale, ma le opere esposte rendono questo un dettaglio irrilevante. In quest’area si trovano opere di celebri artisti del XIX e XX secolo: Monet, Picasso, Renoir, Rembrandt, Gauguin, Matisse, Van Gogh…

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Dopo la full immersion di cultura all’Hermitage, uscendo dal Palazzo dello Stato Maggiore, ci siamo diretti verso la Prospettiva Nevskij, che offre locali, ristoranti e negozi di ogni tipo, è il cuore pulsante della città moderna. Qui si trova anche L’Eliseyev emporium coffeeshop, un “tempio” del cibo che offre prelibatezze di ogni tipo: cioccolatini artigianali, pasticcini, biscotti e torte bellissime, formaggi, caviale, champagne…Passeggiando lungo la Prospettiva è impossibile non imbattersi in questo posto favoloso: le sue vetrine sono così scenografiche ed il richiamo ad entrare in questo mondo dei balocchi è irresistibile.

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Dedicato all’“arte enogastronomica” è il museo della vodka, si trova poco distante dalla piazza di Sant’Isacco; vale la pena fermarsi qui –a prescindere dalla visita al museo- per il ristorante situato al piano terra. È un posto elegante, dall’aria un po’ retrò, ma offre (ottimi) piatti tipici e, non poteva mancare di certo, un’intera carta dedicata ai diversi  tipi di vodka.

 

Visitare San Pietroburgo è un po’ come rivivere il tempo degli Zar: i palazzi all’interno della città e le residenze estive sono il segno tangibile della grandezza del loro passato. A pochi chilometri di distanza della città si possono ammirare la reggia di Pavlosk, il complesso di Peterhof (residenza estiva dell’imperatore Pietro il Grande) con i suoi bellissimi parchi, o il palazzo di Caterina a Puskin.

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Data la stagione e il tempo a nostra disposizione abbiamo deciso di visitare il palazzo di Caterina che è qualcosa di stupefacente. Già l’esterno, bianco e celeste, colpisce per la sue dimensioni: una sola foto non riesce a contenere l’intera facciata; le sale al suo interno, però, sono sfarzo allo stato puro: colonne e fregi interamente rivestiti in oro zecchino ornano le pareti e le volte sono coperte da dipinti.

Ma se tutto questo ancora non bastasse a colpire i visitatori più esigenti, la sala d’ambra è la chicca che lascia tutti a bocca aperta. È conosciuta come l’ottava meraviglia del mondo, le sue pareti sono rivestite con pannelli d’ambra (ambra bianca, rossa e gialla), questa sala è lo scrigno prezioso che testimonia tutta la ricchezza dell’impero russo. I pannelli originali sono stati trafugati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale e non sono stati mai più recuperati; dopo anni ed anni di vane ricerche è iniziata la ricostruzione della Camera d’ambra, inaugurata nel 2003, in occasione del trecentesimo anniversario dalla fondazione di San Pietroburgo.

Da San Pietroburgo ci siamo poi trasferiti, in aereo, a Mosca (anche se i treni veloci tra le due città non mancano e sono una valida alternativa. Il territorio russo è sterminato, e da San Pietroburgo a Mosca il passo è breve (circa un’ora e dieci minuti di aereo).

Mosca

La nostra permanenza a Mosca è stata davvero breve, ma sufficiente per apprezzare gli elementi che la stessa offre. La zona del Cremlino è imponente: una vera e propria cittadella racchiusa entro le mura ai piedi del fiume Moscova; al suo interno vi sono, tra i numerosi palazzi, gli edifici governativi (il Palazzo d Stato del Cremlino, cuore del potere politico russo, il Palazzo del Senato), molti edifici di culto della religione ortodossa (il duomo della Dormizione, il duomo d’Arcangelo, il duomo d’Annunciazione), il campanile di Ivan il Grande e  il Palazzo dell’Armeria, che custodisce i tesori più preziosi degli Zar di Mosca.

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La cattedrale di San Basilio è il piccolo tesoro della piazza rossa: probabilmente è l’esempio più affascinante dell’architettura bizantina russa, le caratteristiche cupole a torciglione sono decorate in rosso, bianco, oro, verde e blu e dal 1990 è entrata a far parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

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Mosca è una metropoli (ha 12 milioni di abitanti, 18 se si considera l’area metropolitana) e noi non abbiamo visto che una minima parte; il cuore della città però è stata una bella scoperta, complice anche il fatto che la nostra camera affacciava proprio sulla Chiesa di San Basilio e sulle mura del Cremlino. Vista da lì, di notte, con la neve che si adagiava sulle cupole, la città sembrava appartenere ad un mondo incantato. E viaggiare, ormai l’avete capito, è sempre un po’ come sognare….

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(Testo e foto di Sabino Sernia e Chiara Di Credico)

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